AZIENDA AGRICOLA PAGANICO

L’Azienda Agricola Paganico, di proprietà della famiglia Laurini, è composta da quattro masserie e si estende su circa cinquecento ettari nel cuore della Basilicata.

La nostra mandria è composta da oltre cento vacche podoliche, libere di nutrirsi tra i pascoli naturali e i boschi di querce e cerri dell’azienda e dei terreni adiacenti per una superficie totale di oltre duemila ettari, quasi interamente compresi nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano ad un’altezza tra i 750 e 1400 metri sul livello del mare.

Fiamma e Balù, pastori del Caucaso, con Linda e Orso, pastori maremmani, si occupano di sicurezza e richiamano eventuali ritardatari durante il pascolo del nostro gregge di circa duecento capre.

PRODUZIONE D’ANTICA SCUOLA

Allevamento, mungitura e produzione sono condotte dagli appassionati fratelli Alessandro e Mariano Cerbasi con tecniche casearie rigorosamente artigianali, utensili in legno e senza utilizzo di alcun macchinario.

La tecnica di produzione avviene nel pieno rispetto della tradizione, l’attività dell’azienda è sostenuta dal progetto dell’Unione Europea diretto a conservare e rilanciare le antiche attività di produzione del formaggio tipiche delle montagne.

LA STORIA

L’azienda agricola nacque nei primi dell’Ottocento.

All’epoca, l’attività delle tre “masserie” di cui si componeva (Paganico, Bruciata e Marcucci) era essenzialmente la coltivazione dei terreni, il pascolo e l’allevamento. Le mandrie erano costituite soprattutto da ovini che consentivano la produzione di formaggio e la vendita di lana e agnelli, che avevano allora un buon mercato.

Il 28 Giugno 1827, Francesco Laurini acquistò dal Marchese del Tito Nicola Laviano la vicina tenuta del “Bosco di Satriano”, in attuazione delle leggi sullo smobilizzo dei vecchi feudi.

LA MASSERIA DEL CASONE

Al centro vi era e vi è tuttora il “Casone” (che oggi dà nome all’intera tenuta), antica casa di caccia in alta quota, nella quale i proprietari si recavano con i guardiani nelle notti di luna per difendere il bestiame dai lupi, allora autentica piaga per gli allevamenti. Ancora oggi sono presenti le feritoie usate per i fucili, sotto le finestre del grande fabbricato.

All’epoca del brigantaggio, il Casone fu spesso occupato da “banditi” che in realtà erano combattenti fedeli ai Borbone, in lotta contro quello che appariva loro come il conquistatore sabaudo.

LE VACCHE PODOLICHE

Col passare degli anni, cominciò a crescere il numero delle mucche podoliche e il loro latte, scarso ma di eccellente qualità, fu utilizzato per la produzione di latticini, lavorati artigianalmente nel Casone dai “vaccari”.
Nel 1950, Filippo Laurini, medico condotto di Tito e personalità di spicco della collettività titese, riprese con forza l’attività agricola nelle masserie di famiglia, costruendo un acquedotto che portò acqua potabile dalle sorgenti site nella parte rocciosa più alta della tenuta alle masserie a valle, attraversando l’intera proprietà.

Dopo una lunga parentesi di economia aziendale basata sulle mucche in stalla per la produzione e la vendita del latte, oggi la tenuta è specializzata nell’allevamento di podoliche e capre allo stato brado e alla lavorazione del latte di esclusiva produzione biologica in azienda.